Un Castello sulla gorica
e una Contea Principesca degli Asburgo

Giuseppe Pollencig, Veduta Meridionale della città di Gorizia, 1817.
Nella veduta si riconoscono il Castello, il campanile del duomo, le cupole della chiesa di Sant’Ignazio, il monastero della Castagnavizza sullo sfondo e, più in primo piano a sinistra, palazzo Coronini Cronberg, affacciato sulla valletta del torrente Corno, oggi interrato.
ERPAC – Servizio Musei e Archivi Storici. Fototeca Musei Provinciali di Gorizia

Il nome “Gorizia” deriva dallo sloveno gorica, “piccola gora”, “piccola montagna”, con riferimento al colle su cui sorge il Castello da un millennio.

Già agli inizi del XII secolo era questo il cuore della Contea di Gorizia, feudo del Sacro Romano Impero staccatosi dal Patriarcato d’Aquileia e giunto alla massima espansione nel XIII secolo, con domini dal Tirolo alla Marca Trevigiana.

Con la morte senza eredi del Conte Leonardo di Lurngau, nel 1500 la Contea passò sotto il comando diretto degli Asburgo, arciduchi d’Austria, rimanendovi, tranne brevi parentesi, per quattro secoli: fu Contea Principesca di Gorizia e Gradisca dal 1754 al 1919, quando il Goriziano fu annesso all’Italia. Una plurisecolare continuità che ha plasmato il genius loci di questo territorio.

Dopo le distruzioni della Prima guerra mondiale, che avevano pesantemente colpito anche molte case del Borgo dentro le mura, il Castello fu riportato con un “restauro filologico” alle forme medioevali cancellate dalle ingiurie del tempo.

Le imponenti mura del Castello viste dall’interno del Borgo medioevale fortificato.

Alle pendici del Castello e del Borgo fortificato si raggrumano i ricordi della città bassa medioevale: piazza Cavour, con le sue colorate case porticate e a sporti.
Il discosto duomo-cattedrale dei Santi Ilario e Taziano, che dentro un involucro barocco custodisce la cappella tardogotica di Sant’Acazio. 

La silenziosa via Rastello, che odora di antichi commerci e cela profondi androni a volte ribassate densi di Medioevo. Il suo nome ricorda il rastello (cancello) che la separava dal Travnik, il prato dove cominciava il contado e su cui sarebbe sorta la barocca piazza Grande, poi diventata piazza della Vittoria.

L’Aquila bicipite che sovrasta la Porta Leopoldina all’ingresso del Borgo Castello testimonia la plurisecolare dominazione degli Asburgo a Gorizia.

Il Leone di San Marco posto all’ingresso del Castello è un ricordo originale del brevissimo dominio della Serenissima (1508-1509). Fu lì collocato come simbolo di “italianità” solo con la ricostruzione post-bellica, quando Gorizia era stata annessa all’Italia.

REDMASON / Shutterstock.com

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CONSIGLI PER UNA VISITA

Il Borgo Castello di Gorizia è il luogo ideale per una passeggiata che consente di assaporare le atmosfere della parte più antica della città, con le sue stradine verdi e silenziose e i panorami che abbracciano tutto il centro urbano, Nova Gorica e Šempeter pri Gorici, le alture circostanti teatro della Grande guerra. Affacciarsi dagli spalti del Castello è come sfogliare un libro senza confini che attraversa i secoli, toccando con lo sguardo luoghi altamente simbolici. Per i turisti più esigenti la visita del Borgo Castello può occupare anche un’intera giornata, grazie alle possibilità offerte dai tre interessanti musei racchiusi dentro le mura che offrono uno straordinario spaccato di storia e cultura goriziana:

  1. il Museo del Medioevo goriziano, recentemente ristrutturato e nuovamente aperto al pubblico, ricco di arredi e valorizzato con nuovi allestimenti multimediali.
  2. Il Museo della Grande Guerra, tra i più importanti e coinvolgenti d’Italia sul tema della Prima guerra mondiale.
  3. Il Museo della Moda e delle Arti Applicate, che racconta e mostra in modo affascinante quell’attività tessile che ha fatto la storia artigianale e industriale di Gorizia, a partire dai preziosi merletti e ricami delle Orsoline.
    I due ultimi musei sono entrambi ospitati nei suggestivi spazi delle Case Dornberg e Tasso di Borgo Castello e fanno parte della rete dei Musei Provinciali di Gorizia.
    ATTENZIONE: per tutto il 2024 i due Musei sono chiusi, per le ristrutturazioni in corso in vista di GO! 2025.

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Il Borgo Castello di Gorizia è il luogo ideale per una passeggiata che consente di assaporare le atmosfere della parte più antica della città, con le sue stradine verdi e silenziose e i panorami che abbracciano tutto il centro urbano, Nova Gorica e Šempeter pri Gorici, le alture circostanti teatro della Grande guerra. Affacciarsi dagli spalti del Castello è come sfogliare un libro senza confini che attraversa i secoli, toccando con lo sguardo luoghi altamente simbolici. Per i turisti più esigenti la visita del Borgo Castello può occupare anche un’intera giornata, grazie alle possibilità offerte dai tre interessanti musei racchiusi dentro le mura che offrono uno straordinario spaccato di storia e cultura goriziana:

  1. il Museo del Medioevo goriziano, recentemente ristrutturato e nuovamente aperto al pubblico, ricco di arredi e valorizzato con nuovi allestimenti multimediali.
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  3. Il Museo della Moda e delle Arti Applicate, che racconta e mostra in modo affascinante quell’attività tessile che ha fatto la storia artigianale e industriale di Gorizia, a partire dai preziosi merletti e ricami delle Orsoline.
    I due ultimi musei sono entrambi ospitati nei suggestivi spazi delle Case Dornberg e Tasso di Borgo Castello e fanno parte della rete dei Musei Provinciali di Gorizia.
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