Quel confine dove cominciò a cadere
il Muro di Berlino

Il confine presidiato in piazza della Transalpina nel 1947, subito dopo il Trattato di Parigi che decretò la divisione di Gorizia. Finita in territorio jugoslavo, la Stazione Montesanto in piazza della Transalpina fu sormontata dalla Stella Rossa con la scritta in sloveno Mi gradimo socializem (“Noi costruiamo il socialismo”). Con l’indipendenza della Slovenia la Stella fu prima trasformata in cometa natalizia, poi trasferita nel Museo sul confine all’interno della Stazione.
Foto di Gaetano Lazzaro.
ERPAC – Servizio Musei e Archivi Storici. Fototeca Musei Provinciali di Gorizia

Dopo il 1947, mentre Gorizia curava le sue cicatrici e Nova Gorica costruiva il suo avvenire socialista, il confine separava le case dagli orti, lacerava famiglie e amicizie, violava i cimiteri, come accadde a Merna-Miren.
Sul piazzale Stazione Montesanto, oggi piazza della Transalpina, il filo spinato tra Italia e Jugoslavia era sorvegliato dalle guardie confinarie dei due Stati.
Molti parenti, divisi dal confine, non riuscirono a incontrarsi per anni.
Non mancarono fughe clandestine, anche con esiti drammatici.
Gli anni Cinquanta portarono i primi segni di disgelo, talora semplici scambi di parole sulla frontiera sorvegliata. Il 13 agosto 1950 capitò un fatto straordinario: il confine, eccezionalmente aperto per un giorno, fu attraversato da una folla festante. Parenti e amici si cercavano per riabbracciarsi. Gorizia aprì il suo cuore e i suoi negozi ai ritrovati fratelli, che fecero incetta di scope di saggina, irreperibili in Jugoslavia.
La giornata passò alla storia come la “domenica delle scope”.

L’impressionante ondata di folla che attraversa il confine e “invade” pacificamente e festosamente Gorizia il 13 agosto 1950, la “domenica delle scope”. Amici e parenti separati dal confine finalmente si riabbracciano.

Verso la metà degli anni Sessanta, sulla spinta di politici e cittadini illuminati, le giunte comunali di Gorizia e Nova Gorica, contro le disposizioni dei propri Stati, cominciarono a incontrarsi in clandestinità per risolvere insieme problemi comuni. Con la storica riunione del 17 novembre 1965 a Nova Gorica, furono protagonisti di questa svolta i sindaci delle due città: il democristiano Michele Martina e il comunista Joško Štrukelj, amici separati in gioventù dal “muro” di Gorizia.

Quella buona volontà non passò inosservata: nel 1967 il cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, Willy Brand, invitò alla Kongresshalle di Berlino Michele Martina, per illustrare ai duemila delegati degli Stati Generali d’Europa, quanto due comunità divise ma vicine stavano facendo sul confine goriziano. Gorizia-Nova Gorica stava diventando un modello per l’Europa: il luogo dove cominciava a cadere il Muro di Berlino.

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PER SAPERNE DI PIÙ

Dalla Cortina (non) di ferro goriziana alla Frontiera più aperta d’Europa: lo snodo strategico degli anni ’60 del ventesimo secolo
Articolo di Nicolò Fornasir
Il testo propone un’ampia panoramica storica del periodo e dei protagonisti che hanno contribuito, in particolare nella prima metà degli anni Sessanta, all’avvicinamento tra Gorizia e Nova Gorica, cominciando a superare la divisione imposta dalla “linea bianca” con il Trattato di Parigi del 1947.


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