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PAESAGGI CULTURALI DEL GORIZIANO SENZA FRONTIERE
Vipavska Dolina-Valle del Vipacco:
la via verde delle grandi migrazioni europee
La Vipavska Dolina-Valle del Vipacco, in Slovenia, è un paradiso di vigneti tra il balcanico Carso meridionale e il nordico altopiano della Selva di Tarnova, dove s’inabissano le acque pluviali che riemergono a valle in copiose fonti: le cascate dello Hubelj o le sorgenti del Vipava-Vipacco, che lambiscono l’omonimo centro con le sue nobili dimore come Palazzo Lantieri.
Questa terra con un’enologia di eccellenza e ristoranti stellati, accoglie borghi rurali come Pedrovo o Goče-Gozza, con le sue case di pietra lungo stretti vicoli (gase) e una sessantina di cantine, alcune con antiche volte.
La quiete verde della valle tradisce la sua movimentata storia di cerniera strategica tra Pannonia e Mediterraneo, via di migrazioni epocali e teatro di epiche battaglie.
Dalla Vipavska Dolina i Romani penetrarono in massa verso il limes danubiano.
La fortezza ad Pirum, sopra Ajdovščina-Aidussina, sorvegliava il valico sulla via Gemina, la più breve tra Emona (Lubiana) e Aquileia.
Il lembo italiano della Valle del Vipacco, dove il fiume confluisce nell’Isonzo, è dominato dal castello di Rubbia. Non distante l’Isonzo era attraversato dal ponte romano alla Mainizza, di cui sopravvivono pochi resti.
Ajdovščina conserva i resti romani della “fortificazione sul fiume freddo”, castrum ad Fluvium Frigidum, oggi conosciuto come Hubelj. Qui nel 394 l’Impero romano d’Occidente si contrappose a quello d’Oriente, in un vano tentativo di fermare l’avanzata del Cristianesimo.
La cittadina di Vipava-Vipacco è dominata dai ruderi del castello del XII secolo.
Vipavski Križ–Santa Croce di Aidussina appare con le mura erette dalla Contea di Gorizia a difesa dagli invasori turchi.
Il castello medioevale di Rihemberk-Rifembergo a dominio di Branik controlla la valle con la sua torre alta trenta metri.
Ma già secoli prima, la Vipavska Dolina-Valle del Vipacco vide le incursioni di Goti, Unni, Longobardi, Slavi, Avari e quei temuti Ungari che nel X secolo lasciarono un segno indelebile, anche nella toponomastica: il nome Ungrispach, a indicare il “passo degli Ungari” presso Vogrsko, fu ereditato da un castello e da una casata. Fu proprio per ripopolare la Valle devastata che i signori feudali favorirono l’insediamento di genti slave, dando origine a molti borghi, tra cui “Gorica”.
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