Vipavska Dolina-Valle del Vipacco:
la via verde delle grandi migrazioni europee

Veduta della Vipavska Dolina-Valle del Vipacco dal borgo di Goče-Gozza verso l’ampio valico di Razdrto-Prevallo ai piedi del monte Nanos. La valle è la porta d’accesso a Lubiana, l’antica Emona dei Romani, e da qui ai Paesi del bacino del Danubio. È stata questa la grande via delle “invasioni barbariche”, ma anche un’arteria chiave per dare vita a quel prezioso mosaico culturale che è la Mitteleuropa.
Mih Lih / Shutterstock.com

La Vipavska Dolina-Valle del Vipacco, in Slovenia, è un paradiso di vigneti tra il balcanico Carso meridionale e il nordico altopiano della Selva di Tarnova, dove s’inabissano le acque pluviali che riemergono a valle in copiose fonti: le cascate dello Hubelj o le sorgenti del Vipava-Vipacco, che lambiscono l’omonimo centro con le sue nobili dimore come Palazzo Lantieri.

Questa terra con un’enologia di eccellenza e ristoranti stellati, accoglie borghi rurali come Pedrovo o Goče-Gozza, con le sue case di pietra lungo stretti vicoli (gase) e una sessantina di cantine, alcune con antiche volte.

La quiete verde della valle tradisce la sua movimentata storia di cerniera strategica tra Pannonia e Mediterraneo, via di migrazioni epocali e teatro di epiche battaglie.
Dalla Vipavska Dolina i Romani penetrarono in massa verso il limes danubiano.
La fortezza ad Pirum, sopra Ajdovščina-Aidussina, sorvegliava il valico sulla via Gemina, la più breve tra Emona (Lubiana) e Aquileia.
Il lembo italiano della Valle del Vipacco, dove il fiume confluisce nell’Isonzo, è dominato dal castello di Rubbia. Non distante l’Isonzo era attraversato dal ponte romano alla Mainizza, di cui sopravvivono pochi resti.  

Ajdovščina conserva i resti romani della “fortificazione sul fiume freddo”, castrum ad Fluvium Frigidum, oggi conosciuto come Hubelj. Qui nel 394 l’Impero romano d’Occidente si contrappose a quello d’Oriente, in un vano tentativo di fermare l’avanzata del Cristianesimo.
La cittadina di Vipava-Vipacco è dominata dai ruderi del castello del XII secolo.
Vipavski KrižSanta Croce di Aidussina appare con le mura erette dalla Contea di Gorizia a difesa dagli invasori turchi.

Veduta del borgo fortificato di Vipavski Križ-Santa Croce di Aidussina: sullo sfondo, a sinistra, la valle si apre verso la conca di Gorizia e la pianura friulana. A destra è la Selva di Tarnova, altopiano carsico con fitte foreste e impluvio di acque che riemergono nella Vipavska Dolina-Valle del Vipacco con copiose sorgenti.
Leonid Andronov / Shutterstock.com

Il castello medioevale di Rihemberk-Rifembergo a dominio di Branik controlla la valle con la sua torre alta trenta metri.

Ma già secoli prima, la Vipavska Dolina-Valle del Vipacco vide le incursioni di Goti, Unni, Longobardi, Slavi, Avari e quei temuti Ungari che nel X secolo lasciarono un segno indelebile, anche nella toponomastica: il nome Ungrispach, a indicare il “passo degli Ungari” presso Vogrsko, fu ereditato da un castello e da una casata. Fu proprio per ripopolare la Valle devastata che i signori feudali favorirono l’insediamento di genti slave, dando origine a molti borghi, tra cui “Gorica”.

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CONSIGLI PER UNA VISITA

La Vipavska Dolina-Valle del Vipacco è prevalentemente compresa in territorio sloveno, a eccezione di un’appendice in Italia dove il fiume confluisce nell’Isonzo. È oggi oggetto di una vera e propria scoperta turistica e di una valorizzazione della sua offerta enogastronomica.
La valle, tuttavia, riserva anche interessanti sorprese di carattere naturalistico e storico.
La moderna Ajdovščina-Aidussina, immersa nel verde, oltre alle fortificazioni romane sull’Hubelj offre la possibilità di visitare la collezione museale permanente del Goriški Muzej, con la mostra archeologica Fluvio Frigido – Castra – Flovius – Ajdovščina.
Partendo dal lungofiume prossimo alle mure si può inoltre percorrere il sentiero escursionistico didattico lungo il fiume Hubelj, che offre molteplici scorci della natura locale, alle porte della cittadina.

Il pittoresco borgo fortificato e fiorito di Vipavski Križ-Santa Croce di Aidussina racchiude l’antica biblioteca del convento dei Cappuccini, che conserva preziosi manoscritti e circa 2000 libri stampati tra il 1510 e il 1800.
Vipava-Vipacco si fa apprezzare non solo per il caratteristico centro storico “bagnato” dalle sorgenti del Vipava-Vipacco, ma anche per alcuni monumenti, tra cui le rovine del castello in posizione panoramica e la tardogotica chiesa di Santo Stefano, con gli spettacolari affreschi illusionistici del presbiterio (XVIII-XIX secolo).
Da non perdere la visita al castello di Rihemberk-Rifembergo, recentemente ristrutturato e aperto al pubblico, utilizzato per eventi e come set fotografico e cinematografico.
Lungo la strada verso l’Italia meritano una visita il Mirenski Grad-Santuario della Madonna Addolorata di Merna, distrutto dagli eventi bellici ma riconsacrato nel 1986, e la Hiša Aleksandrink-Museo delle Aleksandrinke a Prvačina, che racconta la commovente storia delle giovani di questo territorio che emigrarono in massa come balie o domestiche verso Alessandria d’Egitto.

Il lembo italiano della Valle del Vipacco si concentra intorno al castello di Rubbia, recentemente ristrutturato e che nei suoi dintorni offre interessanti percorsi che raccontano il tormentato Novecento di questa terra: dall’anello di Cotiči con testimonianze della Prima guerra mondiale alla scoperta dei bunker della guerra fredda.  


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La valle, tuttavia, riserva anche interessanti sorprese di carattere naturalistico e storico.
La moderna Ajdovščina-Aidussina, immersa nel verde, oltre alle fortificazioni romane sull’Hubelj offre la possibilità di visitare la collezione museale permanente del Goriški Muzej, con la mostra archeologica Fluvio Frigido – Castra – Flovius – Ajdovščina.
Partendo dal lungofiume prossimo alle mure si può inoltre percorrere il sentiero escursionistico didattico lungo il fiume Hubelj, che offre molteplici scorci della natura locale, alle porte della cittadina.

Il pittoresco borgo fortificato e fiorito di Vipavski Križ-Santa Croce di Aidussina racchiude l’antica biblioteca del convento dei Cappuccini, che conserva preziosi manoscritti e circa 2000 libri stampati tra il 1510 e il 1800.
Vipava-Vipacco si fa apprezzare non solo per il caratteristico centro storico “bagnato” dalle sorgenti del Vipava-Vipacco, ma anche per alcuni monumenti, tra cui le rovine del castello in posizione panoramica e la tardogotica chiesa di Santo Stefano, con gli spettacolari affreschi illusionistici del presbiterio (XVIII-XIX secolo).
Da non perdere la visita al castello di Rihemberk-Rifembergo, recentemente ristrutturato e aperto al pubblico, utilizzato per eventi e come set fotografico e cinematografico.
Lungo la strada verso l’Italia meritano una visita il Mirenski Grad-Santuario della Madonna Addolorata di Merna, distrutto dagli eventi bellici ma riconsacrato nel 1986, e la Hiša Aleksandrink-Museo delle Aleksandrinke a Prvačina, che racconta la commovente storia delle giovani di questo territorio che emigrarono in massa come balie o domestiche verso Alessandria d’Egitto.

Il lembo italiano della Valle del Vipacco si concentra intorno al castello di Rubbia, recentemente ristrutturato e che nei suoi dintorni offre interessanti percorsi che raccontano il tormentato Novecento di questa terra: dall’anello di Cotiči con testimonianze della Prima guerra mondiale alla scoperta dei bunker della guerra fredda.  


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