14
PAESAGGI CULTURALI DEL GORIZIANO SENZA FRONTIERE
Isonzo-Sontig-Soča-Lusinç:
il fiume della Bellezza e dei Popoli
Già dal ponte di Piuma a Gorizia l’Isonzo conquista con le sue acque “magnetiche”. Da qui appare il monte Calvario-Podgora, teatro di cruente battaglie. Risalendo il fiume si apre la splendida valle che porterà alla sua sorgente nelle Alpi Giulie: izvir Soče. L’Isonzo, infatti, diventa Soča oltre l’invisibile confine liquido tra Italia e Slovenia a Solkan-Salcano. E qui è scavalcato dalla passerella della ciclopedonale transfrontaliera che collega Italia e Slovenia, in un paesaggio che lascia già presagire bellezze prealpine.
Vicino è il ponte ferroviario costruito nel 1903 dagli austro-ungarici, con gli 85 metri dell’arcata unica di pietra più grande del mondo.
Oltre, il fiume scorre incassato tra due luoghi simbolo. Sulla destra orografica il monte Sabotino-Sabotin (609 m) con i resti della seconda linea difensiva austro-ungarica, valorizzati nel Parco della Pace-Park Miru, museo all’aperto transfrontaliero. Sull’altro versante la Sveta Gora-Santuario mariano di Montesanto (681 m) da sempre punto d’incontro di friulani, sloveni, carinziani, uniti dalla fede e dal filo smeraldo della Soča-Isonzo, come appare da questa altezza.
A monte, già dalla luminosa piana prealpina tra Tolmin-Tolmino e Kobarid-Caporetto, si comprende perché molti considerino la Soča il fiume più bello d’Europa. Difficile immaginare la “bufera immensa” che l’insanguinò, profetizzata nel 1879 dal poeta sloveno Simon Gregorčič, il cui inno All’olivo fu riletto un secolo dopo dal poeta friulano Celso Macor come comune simbolo di pace tra friulani e sloveni.
Anche durante gli orrori bellici questa terra ha ispirato l’incontro tra i Popoli: lo testimonia la chiesa lignea commemorativa del Santo Spirito di Javorca, costruita in stile Secessione dai soldati austro-ungarici nel 1916 per accogliere tutte le fedi professate nell’Impero e con gli stemmi di tutte e venti le province dell’Austria-Ungheria: un tempio della tolleranza e della Mitteleuropa. Lo ribadisce lo spirito del Kobariški Muzej-Museo di Caporetto, luogo cruciale della Prima guerra mondiale. Una riflessione sul conflitto senza retorica e senza frontiere. “Un Museo dell’uomo e delle sue miserie”.
CLICCA E SFOGLIA LE IMMAGINI DELLA GALLERY