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GORIZIA-NOVA GORICA: UNA CITTÀ UNITA E UNICA
La verde “Nizza austriaca”:
la Belle Époque di una città giardino
Tra Ottocento e Novecento Gorizia conquistò una nuova fama: quella di centro residenziale e turistico beneficiato da un clima mediterraneo. A favorirla fu l’inaugurazione della Südbahn, la Ferrovia Meridionale da Trieste a Udine che toccò Gorizia nel 1860. Ma a decretarne la fortuna fu soprattutto l’appellativo “Nizza austriaca” coniato nel 1873 nel volume storico-statistico Il territorio di Gorizia e Gradisca, opera del barone boemo Carl von Czoernig, che nel 1866 aveva scelto la gradevolezza della città per la sua vita da pensionato.
Gorizia cominciò così ad andare di moda presso la borghesia mitteleuropea. In poco tempo cambiò volto: abbellita da edifici come il Trgovski Dom (1903-1905) di Max Fabiani. Dotata di lussuosi alberghi come il Südbahnhotel di piazza della Ginnastica, collegato alla Stazione Meridionale con il primo servizio di corriera in città. Costellata di ville Liberty lungo l’asse alberato di corso Francesco Giuseppe, oggi corso Italia.
Gorizia diventò “la più bella porta aperta sull’Italia”, come la descrisse l’artista Max Klinger. Ma sotto la patina vacanziera covava la fine dell’Impero austro-ungarico.
Il mito della “Nizza austriaca” finì per consumarsi rapidamente in un clima di dissesto finanziario, di crescenti nazionalismi, per poi spegnersi all’alba della Prima guerra mondiale. Emblematica la parabola del Südbahnhotel: devastato dagli eventi bellici e ricostruito come caserma.
Di quella intensa stagione restano testimoni i giardini e i meravigliosi parchi che ammantano la città, al di qua e al di là dell’invisibile confine. Scoprire Gorizia significa soprattutto scoprirne lo spirito verde, diffuso tra le case del centro, sconfinante lungo l’Isonzo e sulle colline. Il solo Parco di Panovec-Panovizza, a Nova Gorica, ha un’estensione di 380 ettari: quaranta in più del Central Park di New York. E prima del confine del 1947, senza soluzione di continuità, era collegato ai parchi goriziani del Seminario e del Castello!
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