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PAESAGGI CULTURALI DEL GORIZIANO SENZA FRONTIERE
Il mar grando che ispirò la nascita di Venezia
e i riti balneari della Mitteleuropa
A ovest di Monfalcone, l’Isonzo che ancora trattiene il suo smeraldo, sfocia nell’Adriatico. L’acqua dolce d’Europa incontra “il mar dell’eterno” cantato da Biagio Marin. La Laguna di Grado confonde la terra, il mare e il cielo.
La Riserva della Foce dell’Isonzo-Isola della Cona protegge l’area umida più settentrionale del Mediterraneo, con paludi di acqua dolce e terreni sommersi dalle maree. Qui pascolano i cavalli della Camargue. Tra i canneti e lungo le golene, tra i canali e i ghebi, nei boschi riparali, vivono specie rare come il cavaliere d’Italia, la spatola, l’airone rosso, l’airone bianco maggiore.
Migliaia di uccelli sostano nei passi stagionali, nidificano in primavera oppure svernano.
La vicina Riserva Valle Canavata ospita i fenicotteri rosa. Questo paesaggio primordiale, dove Pier Paolo Pasolini ambientò il mito di Medea interpretata da Maria Callas, preannuncia l’atmosfera arcaica di Grado, l’Isola d’oro quasi sospesa sulla luce atemporale della Laguna, da fine Ottocento finestra balneare mediterranea privilegiata della Mitteleuropa.
Questo borgo insulare antichissimo, con il suo porto peschereccio, le case di pescatori con camini e ballatoi, sembra proteggere le preziose basiliche paleocristiane di Sant’Eufemia e Santa Maria delle Grazie che conservano mosaici ultra-millenari e la purezza originaria del Cristianesimo.
Fare “scalo a Grado”, come canta Franco Battiato, significa cogliere le atmosfere di questa città-isola che diede rifugio ai patriarchi di Aquileia durante le invasioni barbariche, diventò Patriarcato proteso verso Bisanzio, trasmise nel 1157 questa eredità a Venezia, facendo da ponte tra Aquileia e l’archè della Serenissima. Una terra liquida, di passaggi nello spazio e nel tempo, con tradizioni come il Perdòn di Barbana, processione marina che dal 1237 ringrazia la Madonna per aver salvato Grado dalla peste. E un dialetto unico, che il poeta Biagio Marin ha saputo purificare, levando Canti assoluti e universali.
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