Il mar grando che ispirò la nascita di Venezia
e i riti balneari della Mitteleuropa

Nelle limpide giornate invernali le Prealpi innevate sembrano quasi toccare la Laguna di Grado, in una straordinaria fusione di terra, cielo e acqua che è l’essenza di questo paesaggio di pace e di luce.
Zakaz86 / Shutterstock.com

A ovest di Monfalcone, l’Isonzo che ancora trattiene il suo smeraldo, sfocia nell’Adriatico. L’acqua dolce d’Europa incontra “il mar dell’eterno” cantato da Biagio Marin. La Laguna di Grado confonde la terra, il mare e il cielo.
La Riserva della Foce dell’Isonzo-Isola della Cona protegge l’area umida più settentrionale del Mediterraneo, con paludi di acqua dolce e terreni sommersi dalle maree. Qui pascolano i cavalli della Camargue. Tra i canneti e lungo le golene, tra i canali e i ghebi, nei boschi riparali, vivono specie rare come il cavaliere d’Italia, la spatola, l’airone rosso, l’airone bianco maggiore.
Migliaia di uccelli sostano nei passi stagionali, nidificano in primavera oppure svernano.
La vicina Riserva Valle Canavata ospita i fenicotteri rosa. Questo paesaggio primordiale, dove Pier Paolo Pasolini ambientò il mito di Medea interpretata da Maria Callas, preannuncia l’atmosfera arcaica di Grado, l’Isola d’oro quasi sospesa sulla luce atemporale della Laguna, da fine Ottocento finestra balneare mediterranea privilegiata della Mitteleuropa.

Manifesto pubblicitario di Grado del 1906 di Josef Maria Auchentaller.
Un’immagine che ricorda la Belle Époque di questa località climatica e balneare allora frequentata dall’aristocrazia e dalla borghesia della Mitteleuropa.
Prima della definitiva costruzione del ponte girevole del 1936, Grado si raggiungeva in battello, con la “lentezza” di altri tempi.
Collezione Loris Calcaterra

Questo borgo insulare antichissimo, con il suo porto peschereccio, le case di pescatori con camini e ballatoi, sembra proteggere le preziose basiliche paleocristiane di Sant’Eufemia e Santa Maria delle Grazie che conservano mosaici ultra-millenari e la purezza originaria del Cristianesimo. 

Fare “scalo a Grado”, come canta Franco Battiato, significa cogliere le atmosfere di questa città-isola che diede rifugio ai patriarchi di Aquileia durante le invasioni barbariche, diventò Patriarcato proteso verso Bisanzio, trasmise nel 1157 questa eredità a Venezia, facendo da ponte tra Aquileia e l’archè della Serenissima. Una terra liquida, di passaggi nello spazio e nel tempo, con tradizioni come il Perdòn di Barbana, processione marina che dal 1237 ringrazia la Madonna per aver salvato Grado dalla peste. E un dialetto unico, che il poeta Biagio Marin ha saputo purificare, levando Canti assoluti e universali.

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CONSIGLI PER UNA VISITA

Grado e la sua laguna meritano almeno due giorni di sosta, che può dilatarsi se abbinata alla visita di Aquileia e di Palmanova.
I principali monumenti si affacciano sul campo dei Patriarchi: sono la basilica di Santa Maria delle Grazie, il battistero e la basilica patriarcale di Sant’Eufemia. Un concentrato di spiritualità e di arte paleocristiana che attraversa più di millecinquecento anni di storia.
Da non dimenticare l’annesso lapidario della basilica di Sant’Eufemia, un piccolo museo archeologico aperto gratuitamente al pubblico con reperti di epoca romana e paleocristiana.
Oltre al suo patrimonio artistico, Grado è un luogo che da secoli vive un profondo rapporto con il mare e la laguna. L’interessante Museo della Pesca e della Civiltà Lagunare aiuta a comprendere questo mondo prima di esplorare (in barca, a piedi o in bicicletta) gli affascinanti siti naturalistici che abbracciano l’Isola d’oro.
Il santuario nell’isola di Barbana, annoverato tra i santuari mariani più antichi del mondo, si può raggiungere in motobarca, disponendo del servizio dei motoscafisti gradesi, che organizzano varie escursioni alla scoperta dell’Adriatico e della laguna.  
Grado è anche il punto di partenza ideale per esplorare due straordinarie riserve naturalistiche, dove è possibile ammirare la flora e la fauna (e in particolare l’avifauna), in un ambiente situato nel punto più a nord del Mediterraneo che offre eccezionali livelli di wilderness e biodiversità. Si tratta della Riserva naturale Valle Cavanata, area protetta in comune di Grado, e della Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Qui sentieri, osservatori faunistici, piste ciclabili offrono la possibilità d’immergersi nella natura, scegliendo tra semplici percorsi didattici ed escursioni più impegnative.

PER SAPERNE DI PIÙ

L’ammiraglio Pier Francesco Malipiero e le contese confinarie nelle paludi gradesi
Articolo di Cristiano Meneghel


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I principali monumenti si affacciano sul campo dei Patriarchi: sono la basilica di Santa Maria delle Grazie, il battistero e la basilica patriarcale di Sant’Eufemia. Un concentrato di spiritualità e di arte paleocristiana che attraversa più di millecinquecento anni di storia.
Da non dimenticare l’annesso lapidario della basilica di Sant’Eufemia, un piccolo museo archeologico aperto gratuitamente al pubblico con reperti di epoca romana e paleocristiana.
Oltre al suo patrimonio artistico, Grado è un luogo che da secoli vive un profondo rapporto con il mare e la laguna. L’interessante Museo della Pesca e della Civiltà Lagunare aiuta a comprendere questo mondo prima di esplorare (in barca, a piedi o in bicicletta) gli affascinanti siti naturalistici che abbracciano l’Isola d’oro.
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Grado è anche il punto di partenza ideale per esplorare due straordinarie riserve naturalistiche, dove è possibile ammirare la flora e la fauna (e in particolare l’avifauna), in un ambiente situato nel punto più a nord del Mediterraneo che offre eccezionali livelli di wilderness e biodiversità. Si tratta della Riserva naturale Valle Cavanata, area protetta in comune di Grado, e della Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Qui sentieri, osservatori faunistici, piste ciclabili offrono la possibilità d’immergersi nella natura, scegliendo tra semplici percorsi didattici ed escursioni più impegnative.

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