Una città sul confine,
Capitale europea della Cultura

La passerella di Solkan-Salcano, che scavalca l’Isonzo-Soča, è il passaggio simbolico della ciclopedonale transfrontaliera che collega la Slovenia all’Italia. Sullo sfondo le prime propaggini del monte Sabotino.

Gorizia-Nova Gorica è una città unica in Europa. Non “di confine”, ma “sul confine”. Un confine mai esistito prima del Trattato di Parigi del 1947, quando Gorizia fu tagliata in due, con il centro e alcuni sobborghi rimasti all’Italia. Altri come San Pietro-Šempeter e Salcano-Solkan passati alla Jugoslavia, nella sfera del capoluogo Nova Gorica, “città modello” fondata dal nulla per compensare la perdita di un centro amministrativo.  

Durante la guerra fredda il confine gravò come una “cortina di ferro” sui goriziani, imponendo il transito con la prepustnica (lasciapassare) come testimonia l’omonimo Museo del valico del Rafut in Italia, vicino al Museo del contrabbando in Slovenia.

Un lasciapassare straordinario (prepustnica o propustnica o propusnica) per il passaggio nel valico della Casa Rossa. Titolare del documento è Don Renzo Boscarol, sacerdote di dialogo e di frontiera morto nel 2021, già parroco di Ronchi dei Legionari e dal 1978 direttore del settimanale diocesano Voce Isontina.

Dal 21 dicembre 2007, con l’ingresso della Slovenia nell’Area Schengen, il confine è caduto. Ne restano, tuttavia, ricordi e suggestioni.
La piazza della Transalpina (trg Evrope in Slovenia), l’unica del Vecchio Continente condivisa da due Stati, evoca il fascino discreto dei viaggi nella Mitteleuropa agli inizi del Novecento.
La passerella di Solkan-Salcano è il passaggio più suggestivo della ciclopedonale transfrontaliera che collega Gorizia a Nova Gorica, l’Italia alla Slovenia. È spettacolarmente sospesa sull’Isonzo-Soča, che pochi metri più a valle segna il confine liquido tra i due Paesi con il suo drammatico flusso di memorie.
Non distante corre la strada del Sabotino o di Osimo a ricordo dello storico Trattato tra Italia e Jugoslavia del 1975: fu costruita a servizio della sola Jugoslavia, ma con un breve tratto in territorio italiano recintato per motivi di sicurezza. 

Al confine sono legate storie incredibili come quella della contessa Lyduska de Nordis Hornik, amica di Sarah Churchill, che con il suo carisma e le sue influenze riuscì a far spostare la linea bianca del confine dalla sua proprietà, lasciata integra in Italia. Per poi chiudere la sua vita avventurosa in Kenya nel 2006, stregata come Karen Blixen dal mal d’Africa.

O quella dell’Ospedale psichiatrico dove cominciò la rivoluzione di Franco Basaglia, collocato proprio sulla frontiera tra Italia e Jugoslavia, con le fughe dei pazienti spesso bloccate dai graniciari, le guardie confinarie jugoslave.
Una storia ai confini della follia.

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CONSIGLI PER UNA VISITA

Alla scoperta del confine
Una visita accurata dei principali luoghi di confine proposti in questa tappa richiede almeno mezza giornata. Si consiglia di partire da piazza della Transalpina-trg Evrope. In occasione di GO! 2025, con Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura, questa piazza condivisa da Italia e Slovenia diventerà il centro simbolico del Vecchio Continente.
Qui si può visitare la piccola mostra Državna meja na Goriškem 1945-2004-Il Confine di stato nel Goriziano 1945-2004, ospitata nella suggestiva Stazione della Transalpina.
Dalla piazza si raggiunge velocemente in auto il Soča Fun Park di Solkan-Salcano, adagiato sull’Isonzo in un verdissimo paesaggio. Qui si trova la passerella di Solkan-Salcano della ciclopedonale transfrontaliera che collega Gorizia e Nova Gorica. Questa spettacolare opera di architettura contemporanea realizzata dal GECT(Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale) scavalca la Soča-Isonzo proprio a pochi metri dal confine tra Italia e Slovenia. A breve distanza, prima della discesa che porta al parco avventura, s’incontra anche villa de Nordis (coordinate: 45.97051, 13.63964), con lo splendido giardino visitabile occasionalmente, ma che si può anche apprezzare dall’esterno.
Da Solkan, attraversando Gorizia per una decina di chilometri si raggiunge il cimitero di MirenMerna con il suo piccolo ma toccante Museo della memoria.
Ritornando a Gorizia, merita una deviazione al Parco Basaglia, che ospita l’edificio dell’ex Ospedale psichiatrico (coordinate: 45.93352, 13.63197) in via Vittorio Veneto al confine con la Slovenia.


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Una visita accurata dei principali luoghi di confine proposti in questa tappa richiede almeno mezza giornata. Si consiglia di partire da piazza della Transalpina-trg Evrope. In occasione di GO! 2025, con Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura, questa piazza condivisa da Italia e Slovenia diventerà il centro simbolico del Vecchio Continente.
Qui si può visitare la piccola mostra Državna meja na Goriškem 1945-2004-Il Confine di stato nel Goriziano 1945-2004, ospitata nella suggestiva Stazione della Transalpina.
Dalla piazza si raggiunge velocemente in auto il Soča Fun Park di Solkan-Salcano, adagiato sull’Isonzo in un verdissimo paesaggio. Qui si trova la passerella di Solkan-Salcano della ciclopedonale transfrontaliera che collega Gorizia e Nova Gorica. Questa spettacolare opera di architettura contemporanea realizzata dal GECT(Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale) scavalca la Soča-Isonzo proprio a pochi metri dal confine tra Italia e Slovenia. A breve distanza, prima della discesa che porta al parco avventura, s’incontra anche villa de Nordis (coordinate: 45.97051, 13.63964), con lo splendido giardino visitabile occasionalmente, ma che si può anche apprezzare dall’esterno.
Da Solkan, attraversando Gorizia per una decina di chilometri si raggiunge il cimitero di MirenMerna con il suo piccolo ma toccante Museo della memoria.
Ritornando a Gorizia, merita una deviazione al Parco Basaglia, che ospita l’edificio dell’ex Ospedale psichiatrico (coordinate: 45.93352, 13.63197) in via Vittorio Veneto al confine con la Slovenia.


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